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MALANNI E MALATTIE, COME LI AFFORNTO?

 

È tempo, ahimè, di malanni di stagione e può essere d'aiuto spendere qualche parola sulla gestione del piccolo malato.
Non mi occuperò, ovviamente, dell'aspetto sanitario della cosa, che lascio ai vostri pediatri...preferisco riflettere con voi su come gestire i bimbi in un momento non facile, in quei giorni (e quelle notti) in cui il malessere incide sul quotidiano.
Innanzitutto facciamo una piccola distinzione: in caso di un malessere leggero e non debilitante oppure in caso di malattia seria e di grave malessere.

Nel primo caso, se il bambino può svolgere le normali attività quotidiane, sarebbe bene proporgli giochi coinvolgenti ma tranquilli, magari qualcosa di diverso dal solito: giocare con pasta o riso crudi e i pentolini, pasta di sale o didò, disegnare su grandi fogli di carta o cartone seduti per terra, decorare un grande scatolone e trasformarlo in casetta (o barca, o auto) creando oblò e porticine...
Proponete letture interessanti, magari animando pupazzi o bambole e anche un bel cartone animato può aiutare a far passare il tempo (mia figlia a 4 anni e con la febbre alta per due giorni ha accettato solo una brutta versione a cartoni di Biancaneve, rifiutando giochi, libri e qualunque altra proposta più “di valore”).
Non preoccupatevi se il bimbo piagnucola più del solito, dorme di più o al contrario di meno (magari perché è raffreddato e non respira perfettamente o la tosse lo sveglia), se i soliti giochi non lo attirano e, soprattutto, se non mangia molto.
Sul tema “pappa”, come sapete, consiglio sempre di non insistere e non forzare i bambini a mangiare. In particolare, però, quando non stanno bene i bambini tendono a non avere molta fame...inutile insistere. Proponete loro cose appetitose ma non fateli pasticciare “purchè mangino qualcosa”. Una caramella di zucchero può ridurre il rischio che si sviluppino l'acetone, ma continuare a mangiare caramelle tutto il giorno farà si che qualunque altro cibo venga rifiutato. La cosa più importante è che bevano, soprattutto in caso di febbre alta, forte raffreddore, tosse o diarrea. L'acqua è sempre adatta, mentre latte e succhi di frutta possono esservi sconsigliati dal pediatra in caso di problemi gastro-intestinali.
Mi permetto di sconsigliarvi, comunque, che il pasto diventi un momento di pressione o di eccessive blandizie per “costringere”  vostro figlio a mangiare. Proponetegli pertanto un cibo leggero e appetitoso, lasciate che ne mangi la quantità che desidera e prevedete una merenda sostanziosa per spezzare la giornata che sarà così articolata in spuntini leggeri e frequenti.
I più piccoli, in particolare, talvolta accetteranno solo il latte...se non ci sono motivi per negarglielo rimane un ottimo alimento.
La nanna può essere un altro momento difficile. Soprattutto in caso di forte raffreddamento il sonno è spesso molto disturbato, ma alcuni accorgimenti possono essere d'aiuto: un cuscino posto sotto il materasso può aiutare a respirare più agevolmente, l'umidificatore nella stanza aiuta soprattutto chi si ritrova a respirare a bocca aperta, è bene anche soffiare molto bene il naso la sera prima di dormire (e per i più piccoli un lavaggio nasale con soluzione fisiologica) e bere abbondantemente prima della nanna, così come prevedere in caso di risveglio un biberon d'acqua a disposizione (per i più grandicelli le bottigliette con apertura pop-up sono meglio del bicchiere).
Prevedete una lucina notturna che vi consenta di intervenire o supervisionare il bimbo durante la notte senza dover illuminare a giorno il corridoio.
Qualcuno mi chiede se portare il bimbo a dormire nel lettone può compromettere il fatto che dopo la malattia accetti di tornare nel suo letto...il rischio c'è, ovviamente, ed è tanto più probabile quanto più è stata una conquista recente. Malgrado ciò, dovete essere voi a valutarne con serenità i costi e i benefici: se il sonno è molto disturbato e vi costringe ad alzarvi svariate volte, se siete in ansia e non riuscireste a dormire, se il bambino ha frequenti incubi o è molto agitato...beh, in questi casi credo che portare il bambino nel vostro letto possa rendere tutto più facile.
Le conseguenze negative? Più d'una: sarete facilmente contagiati, potreste essere svegliati anche da colpi di tosse o respiri pesanti che non avrebbero altrimenti svegliato né voi né il bimbo, potrebbe essere laborioso tornare alle abitudini precedenti una volta terminata la malattia. Ogni situazione è a sé.

Cambiano un po' i consigli in caso di malattia più “seria”: se il bimbo ha la febbre molto alta, se vomita, se ha una sofferenza intensa (ad esempio in caso di un forte dolore). In questo caso consiglio certamente di organizzarsi per stare accanto al bimbo (voi nella cameretta o lui nel lettone): questa soluzione rassicurerà voi ma, soprattutto, farà sentire al piccolo malato la vicinanza con la mamma o il papà.
I bambini sono molto resistenti alla febbre e talvolta non sembrano disturbati da temperature corporee anche alte, ma se il malessere è intenso potrebbero essere spaventati e talvolta la febbre facilita i sogni d'angoscia e gli incubi.
Un discorso a parte meritano, inoltre, le terapie a cui dobbiamo sottoporre il bambino anche contro la sua volontà: alcune sono fastidiose (aerosol, inalazioni, supposte, medicinali di cattivo sapore), altre possono essere dolorose (iniezioni e, in caso non di malattia ma di ferite, medicazioni), o possono destare preoccupazione (come visite mediche, lastre, ecografie, mascherine per l'ossigeno).
L'ideale è spiegare al vostro bambino perché deve fare qualcosa che non gli piace o che è doloroso o che lo preoccupa, le parole devono essere adeguate all'età e al livello di comprensione del bambino, ma non dite mai bugie, nemmeno per calmarlo: se gli dite che il dottore non gli farà niente e poi gli viene fatta un'iniezione non vi crederà alla visita successiva.
Malgrado i vostri tentativi, non sempre sarà possibile convincerlo.
Dovrete quindi talvolta costringerlo a sottoporsi ad una procedura non accettata, blanda come un aerosol o fonte di sofferenza come una medicazione dolorosa. Non minimizzate mai la sua paura o il suo dolore, non dite mai cose come “non fare la femminuccia” o “sei proprio un fifone” o “ ma dai che non è niente”. La paura è più che lecita e deve essere riconosciuta, potete dichiarare “so che non lo vuoi fare, ma ti farà guarire” e anche “hai ragione, ma la mamma lo fa per farti stare meglio”.
Dimostratevi in accordo con il dottore o l'infermiera e non scaricate su di loro le responsabilità (“io non te lo farei ma il dottore vuole che lo faccia”, “è colpa dell'infermiera”).
Conclusa la procedura...tante coccole, un bel gioco insieme e accettate che vostro figlio sia arrabbiato con voi (magari ditegli che ne capite il perché) ma confermategli il bene che gli volete. Se potrà fidarsi di voi saranno nubi passeggere, se non sarete oneste potete minare la sua fede in voi.
Pretendete che chi si occupa del vostro bambino (il suo pediatra, ma anche eventuali medici o infermieri dell'ospedale in caso di necessità) vi spieghi tutto con chiarezza e chiedetegli che lo spieghi anche al bambino. Molti sanitari sono più che preparati a gestire questi momenti e dovrete solo assecondarli e “fare da spalla”, altri non sono purtroppo all'altezza della situazione e dovrete essere voi il tramite tra loro e il vostro bimbo. Ricordatevi che potete richiedere di stare accanto al vostro bambino in qualunque momento e per tutte le procedure, ma non siate invadenti e rispettate gli altri malati, bambini o adulti che siano.

Infine, so bene che quando i vostri bambini sono malati, sofferenti, a disagio, voi soffrite con loro e forse più di loro. Come mamme ci sostituiremmo volentieri a loro nella sofferenza e qualche volta, perché no, perdiamo di vista la situazione e ci preoccupiamo più del dovuto.
Ci auguriamo che siano sempre malesseri passeggeri e che, malgrado l'ansia che ci potrà assalire, ben presto tornerà a splendere il sole.
Cerchiamo comunque di mantenere sempre la calma e di valutare con serenità le situazioni, perché con noi accanto il nostro bambino sarà molto più forte e guarirà prima.
Ricordatevi che per il vostro bambino voi siete la medicina più importante.