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LA PAURA

 

In questo periodo estivo ho pensato di parlarvi un po' delle paure dei bambini: per alcuni le finestre aperte sono fonte di inquietudine perchè possono entrare mosche, zanzare e altri insetti, altri possono essere spaventati dall'acqua del mare, da qualche animale, da cose pericolose o del tutto innocue.

Per procedere con ordine...partiamo dai piccolissimi.

Le paure del bambino piccolissimo sono diverse dalle nostre: di solito hanno paura dei rumori forti, soprattutto se improvvisi; anche i cambiamenti nell'ambiente spesso non sono graditi: mio figlio di due mesi strillava come un matto ad ogni galleria del tragitto aosta-milano, probabilmente per il cambio repentino di luminosità e di rumore; molti bambini faticano a trovare serenità nella camera nuova, nel letto sconosciuto, talvolta anche solo per un elemento secondario dell'ambiente (come una tenda che modifica i colori della stanza).

Intorno ai 6-9 mesi, tipicamente, il bambino è poi molto sensibile alla presenza di persone nuove: questo è dovuto alla nuova consapevolezza raggiunta di sè...vostro figlio vi riconosce come “entità” indipendenti da lui e perciò teme di essere separato da voi e non vuole che altri (cioè dei “non mamma e papà”) gli si avvicinino o lo prendano in braccio.

Intorno all'anno alcune sensazioni tattili li infastidiscono e qualcuno rifuta categoricamente di mettere i piedi nella sabbia (dove magari si impanavano allegramente solo qualche mese prima) o di toccare materiali molli o viscidi (come i colori a dita).

Sono tutte, in un modo o nell'altro, paure di ciò che è nuovo o sconosciuto, di ciò che non è (ancora) stato inquadrato e incasellato. Il bambino deve capire e conoscere... e fino a quando non ha conosciuto spesso ha paura. È per questo che in questo periodo, in cui sta poco alla volta comprendendo l'identità propria e di chi lo circonda, potrà essere spaventato o innervosito nel vedere cambiamenti nell'aspetto esteriore delle figure note, che ha appena individuato (da evitare a quest'età le maschere, i travestimenti, trucchi che facciano apparire la figura umana trasfigurata...che potranno invece essere apprezzati a 4 o 5 anni, quando in questo campo il bambino ha acquisito una diversa sicurezza e competenza).

A partire dai 2 anni i bambini hanno ormai catalogato le cose più familiari e ora si rivolgono all'esterno, sono molto più consapevoli del mondo attorno a loro e così c'è spazio per paure nuove, più simili a quelle degli adulti: talvolta temono gli animali, gli insetti, i serpenti, il buio, i tuoni...e chi più ne ha più ne metta. Possono anche verbalizzare paure più astratte, come la strega, i mostri, il lupo cattivo, l'orco o l'uomo nero (più rari nella nostra epoca), i ladri e gli assassini (comparsi nelle indagini recenti sulle paure infantili). Spesso a quest'età compaiono anche i brutti sogni.

L'elenco delle paure potrebbe essere infinito e ha sicuramente connotazioni geografiche, etniche, famigliari, individuali.

Perchè allora si strutturano alcune paure e non altre?

Alcune paure sono, pare, ataviche. Sono diffuse in tutti i popoli e in tutte le epoche e sono probabilmente un fatto istintivo. Si teme l'animale diverso (ecco perchè spesso i ragni, i serpenti, le rane, gli insetti). Si temono rumori forti e improvvisi che potrebbero essere indice di un pericolo (anche noi magari sobbalziamo per un tuono, poi ci diciamo “ah, è solo un tuono” perchè l'esperienza ci ha portati a conoscerlo).

Altre paure sono apprese per esperienza diretta o indiretta: se un cane mi ha morso ne avrò facilmente paura, ma ne avrò paura anche se mi ha spaventato abbaiandomi alle spalle improvvisamente; se la mamma si irrigidisce ogni volta che vede una vespa e magari scappa strillando, probabilmente avrò paura delle vespe; se quando mi comporto male mi si dice “guarda che viene la strega che ti porta via (o l'uomo nero, o il vigile che ti mette in prigione, o il dottore che ti fa la puntura)” avrò paura di queste figure, reali o fantastiche che siano.

Una particolare riflessione a questo proposito è quella sulle “minacce”. Se a nostro figlio diciamo “se fai così lo dico a papà”, questo rimane solo un errore a livello educativo (sul perchè e percome ne ho già scritto in altre occasioni e ne riscriverò trattando altri argomenti) ma l'esperienza del bambino con il suo papà è positiva e quindi non si innesta una paura. Se invece lo minacciamo con la puntura del dottore, la polizia o altri esseri più fantasiosi, oltre all'errore educativo creiamo in lui delle paure o alimentiamo paure già esistenti.

Liquidiamo per prime le paure reali: ha senso minacciare un bambino con la paura del dottore quando poi cercheremo di portarlo ad una visita o una vaccinazione? Come pensate che reagirà?

Il secondo caso (la polizia, così come i carabinieri o il vigile) è meno immediato. Di solito non abbiamo bisogno di queste figure, ma quando i nostri bambini saranno un po' più grandi forse tra le varie raccomandazioni comparirà:”se ti perdi chiedi al vigile”...cosa penserà il vostro bambino?

Agli esseri immaginari (streghe, lupi neri e simili), invece, si associa un altro problema: il bambino non può difendersi da questa paura. Non ne ha esperienza diretta e non ne avrà mai, non li può conoscere poco alla volta, anche se non ne subirà mai le conseguenze...reali. Dovrà invece convivere con un senso di angoscia, con l'ansia di qualcosa che potrebbe capitare ma non si sa come, dove, né cosa potrebbe succedere. Con alcuni bambini funzionerà benissimo, proprio perchè gioca su una paura già presente o che è facile far comparire...ma davvero volete far questo a vostro figlio?!

L'altra considerazione è che alla lunga, quando il bambino si accorgerà che è solo una minaccia senza alcun fondamento (perchè, diciamocelo, per quanto lui si comporti male la strega non viene mai a portarselo via), l'effetto regolatore della minaccia scomparirà e sarete costretti a passare ad altro. Ma qui ci addentriamo di nuovo nei risvolti educativi, perciò la lascio solo come spunto di riflessione per le assolate giornate in spiaggia.

 

Per concludere, alcuni consigli per gestire le paure dei vostri bambini:

  • non generate paure apposta, per nessun motivo

  • non derideteli mai quando le manifestano, per quanto assurde possano essere

  • mostratevi comprensivi e rassicurateli, sottolineando che ci siete voi a proteggerli (una frase che può servire per le paure legate al sonno e alla notte è “io ti sento se mi chiami”, fa sentire al bambino la nostra presenza)

  • con i bambini più piccoli può servire dar loro un ruolo attivo: “anche il tuo orsetto ha un po' paura, ti và di fargli le coccole, così dorme meglio?”

  • con i bambini più grandi cercate delle strategie: la lucina per il buio, la porta aperta, tenerli per mano mentre si avvicinano al cane...

  • quando la paura è di pericoli reali, date consigli che aiutino a superare indenni la situazione (se stai fermo la vespa non ti punge...) ma ricordate che l'impulso a fuggire è uno dei più forti, potrebbero aver bisogno di esser tenuti per mano o in braccio mentre ci provano

  • non chiedete al bambino “hai paura?” o “cosa ti fa paura?” ma non ditegli nemmeno “non avere paura”, meglio utilizzare espressioni più neutre come “non ti piace il buio (o il cane o il tuono)?”. Questo eviterà di stimolare paure non ancora strutturate o di fraintendere menifestazioni diverse e consentirà al bambino di spiegarvi.

  • Non anticipate al bambino la sua paura, perchè è destinata a passare e rischiereste di “fissarla”. Sarà lui a dirvi che non vuole entrare in acqua o che vuole la porta aperta di notte, voi limitatevi ad essergli vicino (magari tenendolo per mano) quando affronta qualcosa che pensate lo spaventi.

  • Non evitate totalmente le situazioni che gli fanno paura, ma accompagnatelo con serenità e con calma nell'affrontarle.

  • Di contro, non credete a chi vi dice che la paura dell'acqua gli passerà buttandolo dove non tocca! È bene avvicinarsi alle nostre paure, ma con gradualità.

  • Se voi per primi avete paura di qualcosa, lasciate che il bambino la affronti con qualcun'altro: il papà (o con la mamma se chi legge è un papà) che è sereno sull'argomento.

 

Veniamo alle ultime tre considerazioni.

La prima è che talvolta, soprattutto con i bambini più grandi, le paure dei nostri figli ci deludono, o ci preoccupano, mostrandoci l'immagine di un bambino troppo “fifone” o che ha paura di qualcosa che noi vorremmo tanto che facesse o toccasse. Ma i nostri figli sono persone, con i loro caratteri, le loro qualità e i loro difetti...accettiamoli.

La seconda è che le paure, se ben gestite, sono mutevoli e passeggere. Il nostro bambino non avrà sempre paura del buio o della strega. Dategli tempo.

La terza è la più importante: è solo lo sciocco che non ha paura di niente. La persona coraggiosa ha paura, ma prova a vincerla...e qualche volta ci riesce.