non solo nido
piccoli consigli
ci piacciono
tempo di inserimenti Settembre, almeno fino ad una certa età, è il mese degli inizi. A settembre inizia un nuovo anno scolastico...e non è poco; talvolta inizia addirittura un nuovo ciclo: nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo o secondo grado (traduco: elementari, medie e superiori), università. Poi basta. Da quel momento in avanti, a meno che non facciate gli insegnanti, la vostra vita non sarà più scandita da un andamento settembre-giugno, ma da uno gennaio-dicembre, come il resto del mondo. In realtà diventando genitori si ritorna un po' indietro, ai ritmi e alle ansie legate al mondo della scuola. Anzi, a ben vedere per la maggior parte dei papà e delle mamme l'inizio dei cicli scolastici dei figli è una fonte d'ansia ben peggiore di quanto non lo sia per i figli stessi. È quasi inevitabile, perchè vorremmo essere con il nostro bambino per aiutarlo a superare i primi ostacoli di un nuovo percorso, per proteggerlo da chi non lo tratterà come faremmo noi, per controllare come gli parlano, cosa gli dicono e come lo fanno... ...siamo paranoici ? Solo un po'. Non guariremo mai, ma possiamo consolarci pensando che è così per molti genitori, al giorno d'oggi quasi per tutti. In realtà sentiamo ogni giorno talmente tante brutte cose che diventiamo sospettosi, lo diventa anche chi di solito non lo è per natura. Ma succedono anche tantissime cose belle, molte di più di quelle brutte...è che se ne parla meno. Io credo molto in due strumenti fondamentali: il primo si chiama fidarsi delle proprie impressioni e il secondo si chiama fidarsi dei nostri figli. Almeno nel caso del nido in genere ce lo siamo scelti. Magari ne abbiamo visti tanti, magari abbiamo preso informazioni attraverso pediatri ed amici, magari ci siamo perfino sorbiti il sito internet gestito da qualche coordinatrice. Alla fine probabilmente abbiamo scelto quello che ci ha ispirato più fiducia...bene! Continuiamo a fidarci! Le scuole di altro ordine e grado (come si suol dire) spesso non le abbiamo scelte. Ma è qui che entra in gioco il secondo strumento: la fiducia nei nostri figli. I bambini (a qualunque età) si adattano a molti modi di gestione diversi, a cambiamenti di ritmi, di gusti alimentari, di proposte e richieste. Con i dovuti modi, certo, ma ormai la pedagogia ci ha insegnato tempi e modi per condurre un inserimento. Alcune regole valgono sempre, qualunque sia l'età di cui ci si occupa. La gradualità: le proposte (quando si può anche gli orari) dovrebbero essere inserite in modo graduale, se possibile senza troppa fretta. Al Papero Blu l'inserimento dura una o due settimane, a seconda dell'orario scelto e del bambino inserito: è un tempo necessario per conoscersi, per studiarsi e imparare a comunicare. Non pensate mai che sia una perdita di tempo. Alla scuola dell'infanzia forse potranno bastare tempi più brevi e ancora di più nelle scuole successive, ma anche qui la gradualità sarà importante; forse non una gradualità di orario ma sicuramente una gradualità di contenuti (nei primi giorni di scuola elementare non si impara a leggere, ma a conoscersi e a stare insieme). Al nido, si sa, c'è un vantaggio in più: possiamo (anzi, dobbiamo) essere presenti per i primi giorni con i nostri bambini. Alla scuola dell'infanzia un po' di meno (diciamo due ore), alla primaria una mezz'ora, alle medie forse solo per l'accoglienza, alle superiori è già tanto se si lasciano accompagnare nella via e all'università ci vanno da soli...beh, anche in questo c'è gradualità! La seconda regola è la ripetitività: per i primi giorni di nido i ritmi e le proposte didattiche sono molto ripetitivi. Non aspettatevi fin dal primo giorno le attività più creative, quelle insolite e alternative. Quelle arriveranno con calma, a tempo debito. All'inizio sarà meglio puntare sempre sugli stessi giochi, magari uguali o simili a quelli che il bambino utilizza già anche a casa. Tutto ciò può essere molto rassicurante. Anche alla scuola dell'infanzia proporranno magari un'attività affascinante e nuova e poi tanti momenti di routine, perchè i bambini devono sapere cosa aspettarsi. La terza regola è la figura referente: al nido e alla materna sarà una persona che gestisca il bambino già a casa (un genitore o un nonno o una tata). Questa persona avrà il compito di “consegnare” il bimbo nelle mani della sua educatrice, fisicamente e metaforicamente. Il bambino deve sentire di essere autorizzato ad affidarsi ed è per questo che è così importante che voi adulti (mamme, nonne e papà) vi fidiate per primi ! Nelle scuole dei “più grandi” basterà un percorso di accoglienza (che al giorno d'oggi si fa nel corso dell'anno scolastico precedente), magari portato avanti insieme ai compagni e alla maestra del ciclo precedente. Detto ciò, aggiungo un consiglio fondamentale: se avete dubbi...chiedete. Vale sicuramente per il nostro nido, ma credo che debba valere ovunque ci si occupa di bambini. Restare con i dubbi e le domande non fa bene a nessuno. Se i bambini sono piccoli chiedete alle educatrici o alle maestre, se i bambini sono grandi (sei-otto anni)...chiedete a loro. I nostri figli possono raccontarci tante cose e dalle elementari in poi sono in genere anche molto attendibili, non scavalcateli per andare sempre diretti alla fonte! La scuola è la loro e, se non subito, ben presto se ne impossesseranno completamente. Come mamma preferisco che mio figlio si dimentichi una volta di riferirmi di una verifica (ai miei tempi si chiamavano compiti in classe) piuttosto che controllargli il diario ogni volta che esce di scuola. Ovviamente è un percorso graduale, dobbiamo imparare noi e lasciare che imparino anche loro. Ricordatevi però che avete tutto il diritto di pretendere il massimo per i vostri bambini, ma che alcune cose in comunità non vanno come a casa. Se avete scelto un percorso di comunità probabilmente il vostro obbiettivo è la socializzazione, che passa attraverso la condivisione di regole, spazi, persone. I vostri bimbi sono pronti a farlo, ma voi dovete aiutarli. Ricordatevi che è normale che alla separazione da voi piangano, almeno qualche volta, è il loro modo di dirvi che hanno un po' paura di ciò che accadrà o che vorrebbero tanto stare con voi. Durante qualunque inserimento potrete vedere il vostro cucciolo un po'...diverso: più silenzioso o più rumoroso, più stanco, forse un po' nervoso, magari dormirà di più o di meno, forse nella nuova scuola all'inizio non mangerà, oppure mangerà più del solito e a casa mangerà quindi di meno, potrà essere un po' capriccioso o particolarmente coccolone, magari a casa vi starà sempre attaccato...è la fase iniziale, di adattamento, e non esiste un unico modo di reagire. Sono tutti modi giusti, tutti sani e vanno accolti come la manifestazione di quello che sta succedendo, è l'inevitabile reazione al grande cambiamento che sta avvenendo nella loro vita e nella loro giornata. Per chi non è al primo inserimento vi ricordo di non dare per scontato che se al nido l'inserimento è stato facile lo sarà anche alla scuola dell'infanzia, né che se al nido è stato difficile sarà così ogni volta: i vostri figli non sono più i bambini di uno o due anni fa e non li state inserendo con le stesse persone di allora, né nello stesso ambiente. Siate sereni nel separarvi da loro al mattino e gioiosi nel ricongiungervi al termine della giornata. Siate empatici con le loro emozioni, ma non ve ne lasciate sopraffare...siete lo specchio in cui si guardano per comprendere quello che provano e per dare un senso al mondo che li circonda. Siate fiduciosi nella loro capacità di superare le difficoltà e accompagnateli in questo compito, ma non sostituitevi a loro (la Montessori diceva “aiutami a fare da solo”). Siamo stati per i nostri figli il mondo in cui si sono sviluppati, quando erano appena nati eravamo tutto il loro mondo, poi siamo diventati parte del loro mondo...e man mano che crescono il loro mondo cresce con loro e noi continueremo sempre a farne parte, ma in modo diverso. Accettare questo fatto ed esserne felici vuol dire essere genitori. Khalil Gibran, un poeta indiano, ha scritto che i genitori “sono l'arco che lancia i figli verso il domani”... ...siate dei buoni archi e non abbiate timore a lanciare i vostri figli verso la loro vita. |