non solo nido
piccoli consigli
ci piacciono
la nanna Affronto solo ora questo argomento così “caldo” per vari motivi. Il principale è che di nanna se ne potrebbe parlare (e a dir la verità se ne parla) per libri interi, un articolo di due pagine non esaurisce l'argomento nemmeno lontanamente. Da qui deriva il secondo motivo: dato che altri ne hanno parlato così tanto, potrebbe apparire superfluo che ne parli io. Adesso però veniamo al motivo per cui ho deciso, malgrado tutto, di parlarne anch'io: è un argomento importante, che coinvolge la maggior parte delle famiglie, e le difficoltà in questo campo possono pregiudicare la qualità della vita di molti genitori (anche di qualche bambino, ma di meno). Come intendo parlarne? Già, anche questo è importante...quale taglio voglio dare alla cosa? Voglio dare una risposta a chi ha difficoltà con la nanna del proprio figlio, quindi non dirò se è giusto o sbagliato lasciar dormire il bambino nel lettone. Il co-sleeping (mammamia che parolona!...ma vuol dire semplicemente dormire insieme) si verifica quando il bambino dorme nel lettone, di solito con mamma e papà, anche se ne esistono molte varianti: bambino e mamma nel lettone e papà nel lettino (poco pratica con i papà alti e i lettini piccoli), bambino e papà nel lettone e mamma nel lettino (come sopra), mamma nel lettino con il bambino e papà nel lettone da solo (meno frequente il contrario), papà nel lettone da solo e bambino nel lettino da solo mentre la mamma dorme sul tappeto in fianco al lettino (la sconsiglio, ma giuro che capita!...però solo alle mamme!), bambino sul tappeto con il cane (anche questo è co-sleeping!). Vostro figlio dorme nel lettone con mamma e papà? Lui dorme bene? Voi anche? Ne siete contenti? Se avete risposto tre sì...allora chiudete questo articolo, non è per voi. Se invece avete risposto anche qualche no o praticate qualcuno degli altri co-sleeping...andate avanti a leggere. Nominiamo subito il libro che di certo qualcuno vi ha consigliato: “Fate la nanna” di Estivill. È valido? Di base sì, ma è molto rigido. È adatto ai genitori molto insicuri perchè spiega cosa fare con l'orologio alla mano (e questo ha un suo perchè...quando nostro figlio piange ci sembra sempre che sia da ore, magari è da due minuti!). È anche molto adatto a chi ha una buona sintonia con il suo bambino e riesce ad adattare la fredda tecnica alla personalità dei genitori e del loro bambino. Volete un altro titolo? “Facciamo la nanna” di Honegger Fresco, che non brilla per fantasia nella scelta del titolo, ma che dice delle cose sensate. Riassumendo il contenuto del libro della Honegger Fresco: non c'è un solo modo uguale per tutti, ma se desiderate abituare vostro figlio a dormire da solo e non ci siete ancora riusciti provate il metodo di Estivill con maggiore elasticità (ma questo l'autrice non lo ammetterà mai!). Se malgrado tutto non siete riusciti a ottenere risultati con nessuno dei due potete provarne un terzo: “Fai la nanna bastardo” di Ron Biber (o Biber Ron)...non vi insegna nulla di pratico, ma magari durante le notti insonni ci potete ridere su! Adesso veniamo a noi. Innanzitutto una riflessione: se il vostro bambino viene addormentato in braccio, nel lettone, nel passeggino, sul seggiolino dell'auto, ecc, ecc...quando durante la notte si sveglierà richiederà probabilmente di essere nuovamente addormentato con la stessa modalità. Ha ragione lui. Una seconda riflessione: non è affatto rassicurante addormentarsi in un posto e svegliarsi in un altro. Forse qualcuno di voi l'ha provato al risveglio in una camera d'albergo, quando nel dormiveglia non si capisce bene dove ci si ritrova...non è bello. Da queste due riflessioni consegue che: l'obbiettivo sarà dunque abituare il bambino ad addormentarsi nel proprio lettino e in autonomia, cioè senza l'aiuto dell'adulto. Posso consigliare alcune strategie per aiutare il vostro bambino a dormire nel suo letto, sceglietene alcune secondo il vostro carattere o utilizzatele tutte, purchè con coerenza. Se il vostro bambino è piccolissimo:
Se il vostro bambino ha dai 3/6 mesi e quindi non mangia più di notte:
Se il vostro bimbo è grandicello (diciamo dai 3 anni in su) e contratta su questo momento, tenendo duro:
Alla fine di tutto ciò non date per scontato che se siete stati bravi tutto filerà liscio. Alcuni bambini tengono duro a lungo e talvolta un tono di voce fermo e deciso dovrà dare una comunicazione del tipo “ti sento, ma non verrò ancora qui, adesso è proprio ora di fare la nanna. La mamma è stanca e vuole sdraiarsi un po' sul divano a guardare la televisione”. Funzionerà? Non subito, magari, e non sempre, certo, ma alla fine loro ce la fanno...noi qualche volta rinunciamo prima, ma in genere dipende da quanto siamo motivati. Ci sarà un perchè se ogni anno tra gli incontri a tema per genitori del sabato mattina ci viene richiesto di parlare di nanna! |