non solo nido
piccoli consigli
ci piacciono
COSA DIRE AI BAMBINI Innanzitutto farò un'affermazione impopolare: ai bambini dovete dire solo la verità, senza eccezioni. Sì, lo so che adesso mi direte che voi la verità ai bambini la dite sempre...vorrei però farvi riflettere su quelle che forse non considerate nemmeno bugie, oppure su quelle che considerate bugie necessarie. Il bambino vuole le caramelle e voi non volete dargliele? “Sono finite” Il pupo vuole la maglietta a maniche corte, quella del mare, ma fuori nevica? “E' sporca” Sono le nove di sera e non vuole andare a letto? “Ci vanno subito anche mamma e papà” Piange quando lo lasciate dalla nonna per tutta la giornata? “Torno tra cinque minuti” Deve essere vaccinato e chiede se il dottore gli farà la puntura? “No, deve solo visitarti” E' morto il cane di casa? “E' andato in vacanza con i suoi amici cani” Vuole sapere come nascono i bambini? “Li porta la cicogna” Vi siete separati e papà vive in un'altra casa? “Dorme là perché è più vicino al posto di lavoro” Avrete forse riconosciuto alcune risposte che vi sono state date quando eravate bambini o che voi stessi avete usato con i vostri figli. Ovviamente non tutte queste bugie hanno la stessa valenza, molti di voi forse ne condividono alcune...qualcuno tutte e qualcuno nessuna. Ci sarà chi pensa che non le direbbe mai ma poi forse si ritrova a dirle, messo alle strette da situazioni difficili. So bene che alcune delle risposte degli esempi precedenti servono solo a semplificare la gestione quotidiana: se gli dico che la maglietta è sporca non dovrò stare a questionare sul fatto che è troppo leggera per il freddo di oggi, se gli dico che il dottore gli farà la puntura strillerà fin dall'inizio mentre se gli mento si lascerà avvicinare. Sì, certo, ma la prossima volta che dovrà davvero solo visitarlo non dategli torto se non vi crederà!
Spesso è difficile trovare il modo giusto per parlare con i bambini, le parole adatte, le frasi giuste...dire piccole bugie aiuta sul momento, ma rischia di creare pericolosi precedenti. Due sono, secondo me, le considerazioni più importanti.
Al nido capita spesso che i bambini piangano alla separazione e qualche volte le mamme, prese dal panico (come le capisco!), dicono “vado a prendere una cosa in macchina e torno”...poi vanno a lavorare e ritornano a prendere il piccolo dopo quattro ore. Benchè sia evidente la buona fede di tutto ciò, vorrei farvi riflettere sulle conseguenze a breve e a lunga distanza (ripensate al punto A) dalle quali traspare come “il gioco non valga la candela”, perché gli svantaggi sono maggiori dei vantaggi:
Quest'ultima riflessione ci porta al punto B con qualche esempio che appartiene certo ad un'età un po' diversa: il vostro bimbo di sei anni vuole sapere come ha fatto il fratellino a entrare nella pancia della mamma, il vostro ragazzino di nove anni vuole sapere cosa vuol dire orgasmo (l'ha sentito in una canzone!), il vostro preadolescente di undici anni vuole sapere cosa vuol dire farsi una canna (non quella da pesca).... Mi fermo qui ma le possibilità, credetemi, sono infinite...anche se magari non tutte me la sentirei di metterle per scritto in questo sito ! La domanda, quella topica, è: preferireste che lo chiedesse a voi o a qualcun altro ?
Avevo deciso di fermarmi qui, lasciando la domanda finale in sospeso.
Poi mi è venuta in mente una considerazione. Non è facile trovare le parole giuste al momento giusto. Non lo è con un adulto, figuriamoci con un bambino...anche perché quello che va bene a 3 anni non andrà più bene a 3 anni e 3 mesi! Come educatrice penso che il bello con i bambini sia proprio questo, ma talvolta come mamma di tanti figli non lo credo più per un po'. Possiamo chiedere aiuto a qualche esperto (educatrici, pedagogisti, psicologi...) o leggere libri a tema (ci sono autori molto validi e concreti, come Alberto Pellai...avete mai ascoltato il programma su radio24 “questa casa non è un albergo”? Ve lo consiglio, ne trovate alcune puntate sul sito della radio!). Il mio consiglio è solo di dare “piccole” risposte e poi aspettare. Evitate di fare di ogni risposta un intero trattato sul tema, ma limitatevi a dare quello che è stato richiesto (il qui ed ora è indispensabile, non potete rimandare le risposte, non sempre almeno). Dategli il tempo di riflettere (così ne approfittate per riflettere anche voi) e osservate il suo comportamento. Se la risposta non sarà stata chiara o sufficientemente esauriente forse ve lo diranno subito, forse torneranno alla carica dopo un minuto, un ora o un giorno. Forse amplieranno e spazieranno, oppure commenteranno. Quando saranno soddisfatti della vostra risposta ve lo faranno capire. Qualche volta (non troppo spesso) succede una cosa meravigliosa...che da sola ripaga di tutte le fatiche. Qualche volta capita che vi accorgiate di aver capito “cosa c'è sotto ad una domanda”, che cogliate un “livello più profondo”...e se rispondete a questo livello vostro figlio (succede a due come a dodici anni) vi guarderà con meraviglia, piacevolmente stupito di essere stato capito così profondamente. Credo che questo sguardo valga tutte le fatiche del percorso e ripaghi delle temporanee conseguenze negative del dire loro solo la verità. Non è facile, ma se volete approfondire l'argomento...sapete dove trovarmi. Buon lavoro ! |