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EMOZIONI FORTI
Dopo il periodo che per antonomasia è dedicato ai buoni sentimenti, possiamo dedicarci un po' a quelli “meno buoni”. Noi genitori qualche volta (spesso) facciamo fatica ad accettare che il nostro dolce angioletto sia capace di gesti poco edificanti, talvolta crudeli. Alcune azioni, in particolare, ci paiono particolarmente “brutte”: essere prepotente con i più piccoli, mordere, aggredire senza essere stato provocato... in queste occasioni ci chiediamo chi abbia insegnato ai nostri bimbi certi comportamenti, dove li abbiano copiati, dato che a casa ci guardiamo bene dall'usarli. In realtà l'aggressività è solo in parte un comportamento appreso. È vero che dalle ricerche risulta che bambini esposti a scene di violenza tendono ad agirle più facilmente in prima persona rispetto agli altri coetanei, ma anche bimbi cresciuti in ambienti tutt'altro che violenti possono avere comportamenti aggressivi. Il contesto sociale in cui crescono tenderà però ad indirizzare le azioni del bambino, etichettandone alcune come auspicabili, altre come accettabili, altre ancora come disdicevoli. Il comportamento aggressivo nel bambino può essere l'espressione di un sentimento di rabbia, di stress, di frustrazione, di dolore, di noia...ovviamente non tutti hanno la stessa valenza. Capire cosa lo genera sarà basilare per darvi una giusta risposta. Ciò detto, facciamo due considerazioni sul tema.
Veniamo ora ad approfondire il secondo punto e cioè: come reagire davanti all'aggressività del bambino? Diciamo che la maggior parte dei genitori non auspica che il proprio figlio aggredisca gli altri bambini o si mostri prepotente con i più deboli. Il livello di tolleranza di ognuno di noi è comunque diverso: chi desidera un figlio “grintoso” e competitivo tollera generalmente un grado di aggressività maggiore di chi ritiene l'altruismo e la collaborazione valori primari. Potremmo divagare occupandoci di come questi valori cambino a seconda del periodo storico, ma ciò ci porterebbe troppo lontano. Limitiamoci quindi a riflettere su quello che proviamo quando vediamo il nostro bimbo compiere questi gesti. Si possono verificare diverse situazioni:
È evidente che la nostra è una semplificazione (come potrebbe essere altrimenti, in uno spazio per forza limitato come questo?!), ma l'obbiettivo è di riflettere insieme su questo punto. Di fronte ad un bambino che agisca comportamenti aggressivi, se non li condividiamo, possiamo cercare di ricordare alcuni elementi fondamentali:
I suggerimenti che abbiamo dato mirano, come vedete, a incanalare la voglia di “farsi giustizia da soli”, non a far imparare al bambino che la voglia di farlo sia sbagliata. L'ultima considerazione è infatti: ritenete davvero che sia un bene che il vostro bimbo non esprima in alcun modo la sua aggressività? Il nostro compito è quello di mostrare ai piccoli quali sono i giusti canali per manifestarla, non convincerli che l'aggressività sia una cosa brutta e disdicevole. Anzi, potrà aiutarli sentirsi dire che “anche la mamma oggi si è arrabbiata tanto con quel signore, così gli ha detto che non toccava a lui” (se la prova anche la mamma...!). Le persone possono essere aiutate a ridurre l'aggressività anche attraverso un adeguato esercizio fisico o giochi che implichino una energica manipolazione (il pongo, strappare la carta...). Un ambiente sereno e accettante produce meno aggressività di uno critico e svalutante, ma ricordatevi che è importante che ogni essere umano sia consapevole di avere dei diritti e impari come difenderli, che scopra come raggiungere i propri obbiettivi, che sappia accettare tutte le proprie emozione e gestirle. Esistono modi giusti o sbagliati di esprimere le proprie emozioni, ma non esistono emozioni giuste o sbagliate. Chi non esprime mai, in nessun modo, la propria aggressività tende a subire, spesso è rinunciatario, da grande è un buon candidato all'ulcera...io credo che non ne valga proprio la pena ! |